Commercialista Dr. Angelo Calò

Aprire Partita IVA 2019: Guida per il Libero Professionista

Quando aprire Partita IVA e come procedere senza sbagliare? Quali sono i costi da sostenere? Quale regime fiscale scegliere? Sono tantissimi i quesiti che si pongono i potenziali imprenditori e professionisti che ogni giorno decidono di avviare un’attività professionale autonoma.

Dalla ritenuta d’acconto alla Partita IVA

In un contesto economico come quello attuale, caratterizzato dalla difficoltà di trovare il posto fisso, molti giovani e over quarantenni si chiedono se convenga o meno lavorare con contratto di Partita IVA.

Potenziali imprenditori, start-upper, Freelancer e nomadi digitali hanno sempre molti dubbi riguardo la possibilità di aprire Partita IVA.

Se inizialmente si può lavorare con emissione della notula con ritenuta d’acconto, con l’incremento del giro d’affari e del numero di clienti, si deve necessariamente aprire la Partita IVA.

Anche perché la ritenuta d’acconto presenta un grande limite: non è un vero e proprio regime fiscale.

Lavorare con la ritenuta d’acconto è possibile, ma non bisogna superare determinati limiti:

  • la collaborazione instaurata non deve essere superiore a 30 giorni per ogni datore di lavoro. Deve trattarsi di una collaborazione occasionale non continuativa,
  • non bisogna eccedere i 5.000€ di guadagno annuo.

Pertanto, se prevedi di rendere continuativa la tua attività economica e professionale dovrai necessariamente valutare l’iter per procedere con l’apertura della Partita IVA.

Anche se può sembrare un passo importante e rischioso, che comporta tanti adempimenti burocratici e fiscali, aprire la Partita IVA è veloce e senza costi.

Aprire la Partita IVA: come fare?

Come già anticipato aprire la Partita IVA è semplice e non comporta il sostenimento di costi esosi, anzi è assolutamente gratuito.

La Partita IVA si compone di 11 numeri: i primi 7 consentono di identificare il contribuente, i 3 successivi identificano il Codice dell’Ufficio delle Entrate e l’ultimo espleta una funzione di controllo.

Per procedere con l’apertura della Partita IVA è necessario comunicare all’Agenzia delle Entrate l’inizio della propria attività, entro 30 giorni dal primo giorno di attività.

Basta scaricare dal sito dell’Agenzia delle Entrate apposita modulistica preposta ad hoc: modello AA7/7 (società) e modello AA9/7 (ditta individuale e lavoratori autonomi).

Ci sono diverse modalità attraverso le quali è possibile presentare i modelli:

  • invio per via telematica, tramite il software scaricabile dal sito dell’Agenzia delle Entrate,
  • consegna presso l’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate con apposito documento di riconoscimento,
  • invio con raccomandata con ricevuta di ritorno e in allegato fotocopia del documento di riconoscimento,
  • affidarsi ad un professionista abilitato (Commercialista) che ti segue in ogni step.

Aprire Partita IVA 2019: Codice ATECO

Quando si apre una Partita IVA, è necessario scegliere il codice ATECO che si riferisce all’attività svolta. Per svolgere due diverse attività non è necessario aprire due Partite IVA, ma occorre comunicare un secondo Codice ATECO e richiedere eventualmente tutte le autorizzazioni previste per la seconda attività.

Poi, si deve scegliere anche il tipo di regime fiscale: contabilità ordinaria, semplificata o regime forfettario.

Aprire Partita IVA 2019, Regime fiscale: quale scegliere?

Attualmente si può optare per il regime ordinario, semplificato o il regime forfettario.

Aprire Partita IVA 2019: Regime ordinario

Il primo è indicato per chi guadagna abbastanza al fine di affrontare comodamente tutte le spese di gestione. Infatti, non si deve assolutamente sottovalutare l’onerosità derivante dal pagamento delle imposte Irpef e Irap, calcolate sul reddito e sul valore aggiunto prodotto.

Le tasse vengono pagate secondo i seguenti scaglioni IRPEF:

  • 23% per i redditi fino a 15.000 euro;
  • 27% per i redditi che vanno da 15.001 a 28.000 euro;
  • 38% per i redditi compresi tra 28.001 e 55.000 euro;
  • 41% per i redditi tra 55.001 e 75.000 euro;
  • 43% per i redditi che eccedono i 75.000 euro.

Chi deve iscrivere una ditta alla Camera di Commercio, deve versare una quota che si aggira attorno agli 80-100 euro l’anno. A queste voci di costo si devono aggiungere i contributi previdenziali (obbligatori) e il costo del Commercialista.

Con il regime ordinario si è soggetti a IVA e ISA (Indici sintetici di affidabilità).

Le Partite IVA Ordinarie possono dedurre i costi relativi all’attività, assumere dipendenti o collaboratori senza che si hanno limiti per i ricavi.

Aprire Partita IVA 2019: Regime Forfettario

In alternativa a questo regime fiscale puoi optare per il convenientissimo regime forfettario, un regime agevolato, la migliore soluzione per i professionisti e gli start-upper che guadagnano meno di 65.000 euro all’anno.

Questo è l’unico requisito revisionato dalla Legge di Bilancio 2019: il limite di fatturato annuo per il regime forfettario è fisso qualunque sia il codice ATECO comunicato.

A differenza del regime semplificato, le partite IVA Forfettarie non possono dedurre alcun tipo di spesa.

Sul reddito imponibile si paga una percentuale del fatturato definita da un “coefficiente di redditività”: l’aliquota unica è pari al 15% o al 5% (per i primi 5 anni di attività).

Il  metodo corretto per determinare il reddito della tua impresa nel Regime forfettario sarà dato:

(Incassi x Coefficiente di redditività) – Contributi Previdenziali = Reddito imponibile netto

Sul reddito imponibile netto si applicherà l’imposta sostitutiva del 15% o del 5% (nel caso di nuova attività).

Ti mostro un esempio:

Supponiamo che tu abbia incassato dai tuoi clienti € 15.000,00 e che il coefficiente di redditività per la tua impresa fosse pari al 78%. (Ti ricordo che questo coefficiente è stabilito dall’amministrazione finanziaria in base al codice ateco della tua attività).

E ipotizziamo anche che tu abbia versato € 3.000,00 di contributi previdenziali.

Il tuo reddito d’impresa sarà calcolato in questo modo:

€ 15.000,00 x 78% = € 11.700

€ 11.700 – € 3.000,00 (contributi versati) =  € 8.700,00 (Reddito imponibile netto)

Applicherai l’imposta sostitutiva del 15% (nel caso l’attività fosse preesistente)

€ 8.700,00 x 15% = € 1.305,00 (somma che dovrai versare).

Tra gli altri vantaggi derivanti dalla scelta del Regime Forfettario si ricordano: esonero della fattura elettronica; riduzione del 35% dei contributi INPS; esenzione dell’obbligo degli adempimenti, delle comunicazioni e del versamento IVA; applicazione di un’unica aliquota al 15% per le attività esistenti già nel 2018 con ricavi non superiori a € 65.000; aliquota al 5% per le nuove attività sino a € 65.000 di ricavi nel 2019.

Non possono aderire al Forfettario:

  • i soggetti non residenti Italia, ad eccezione di coloro che risiedono nell’UE e producono in Italia almeno il 75% del reddito
  • i soggetti che si avvalgono di regimi speciali ai fini Iva
  • i soggetti che partecipano contemporaneamente a società di persone, imprese familiari, associazioni professionali o che controllano direttamente o indirettamente società a responsabilità limitata o associazioni in partecipazione,
  • le persone fisiche la cui attività sia esercitata prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono o erano in corso rapporti di lavoro
  • i soggetti che effettuano operazioni di cessione di fabbricati o di terreni edificabili.

Aprire Partita IVA: iscrizione all’INPS

Ultima tappa è recarsi all’INPS, dove aprire la propria posizione previdenziale. Per registrare una ditta individuale è necessario iscrivere l’impresa alla Camera di Commercio e comunicare al Comune l’avvio della propria attività.

Non dimentichiamo che in Italia è obbligatorio iscriversi ad una cassa previdenziale (INPS, Inarcassa, Enasarco, ecc.) e procedere al versamento dei contributi previdenziali.

Per i nomadi digitali ed i freelancer senza cassa (copywriter, social media manager, traduttori, fotografi freelancer, etc.) è obbligatoria l’iscrizione alla Gestione Separata che, contrariamente alla Gestione Commercianti o Artigiani, non presenta alcuna quota di contribuzione fissa da dover garantire.

Per maggiori informazioni o per ricevere una Consulenza professionale personalizzata contattami e scopri cosa posso fare per te.

Ti aspetto!

Angelo Calò